Dove sto andando?


Fabio Guidi

L'uomo contemporaneo soffre, non è appagato, non è felice. Il nostro percorso di crescita deve partire proprio da questo dato. Si tratta di comprendere il motivo di questa comune sofferenza, “comune” nel senso che è molto diffusa, ma anche perché è poco visibile agli occhi distratti della collettività: non è niente di straordinario, che colpisce. 
Tuttavia, se noi facciamo di tutto per tamponare il nostro disagio con gli innumerevoli palliativi che la nostra provvidente e generosa società dei consumi ci offre, non possiamo fare alcun reale passo verso la nostra crescita personale. L’uomo contemporaneo soffre perché tradisce il proprio Sé. Ognuno di noi ha il compito di realizzare la propria intima natura, portare al massimo sviluppo possibile le proprie potenzialità. Tuttavia, spesso la nostra vita presenta scarsi elementi di creatività, tradisce le nostre stesse speranze. E allora soffriamo, non può essere altrimenti. Nel mio libro Iniziazione alla Psicosintesi descrivo così questo sottile disagio:

«La coscienza di questo disagio, di questa irrequietezza, più o meno sotterranea, che accompagna la tua vita, è una prima scoperta - forse la più importante, perché è l'inizio del risveglio - del tuo cammino di crescita.
C'è qualcosa che non va e adesso ti stai dicendo che la tua esistenza non può continuare a scorrere sui binari di sempre e che è giunto il momento di cambiare rotta. Forse alla tua coscienza si sta affacciando una nutrita serie di interrogativi. Il fatto è che non riesci più a trovare molta soddisfazione nell'indulgere alle abitudini di prima.
Forse comincia a sfuggirti il senso di una giornata in cui le ore migliori sono impiegate in un lavoro che non ti dà poi molta soddisfazione, e che ti fa arrivare stanco la sera a casa, nella prospettiva di un annoiato zapping televisivo o di una uscita all'ultimo locale di moda. Forse comincia a sfuggirti il senso di una settimana finalizzata allo shopping del sabato pomeriggio, alla cena, alla discoteca o al cinema con gli amici del sabato sera o, se sei fortunato, al week-end sulla neve o al mare. O il senso di una vita lavorativa in funzione dei trenta giorni di ferie estive e del momento in cui, giunto all'età pensionabile, potrai finalmente dedicarti alla cura dei nipotini e ai viaggi organizzati da qualche circolo ricreativo.
Tutto questo nella speranza "di arrivare in salute al gran finale", come cantava Lucio Dalla.
No, la tua coscienza si ribella. Cominci a ripeterti che non è possibile che il senso della tua vita sia tutto qui. No, non può essere una tale fregatura. Che cos'è che non funziona? Questo dubbio invade sempre più la tua mente e, allora, intensifichi le occasioni di svago e di oblio. Vuoi fuggirlo, ma inutilmente: la mappa con la quale finora hai perlustrato la vita non riesce più a guidarti e ha bisogno di essere aggiornata. Di questa mappa esistenziale non puoi fare a meno. Ti indica che cosa per te è giusto e che cosa è sbagliato, che cosa per te ha senso e che cosa non ne ha; insomma, ti indica quale ideale intendi realizzare nella vita.
Adesso, ti fermi sempre di più a riflettere: Sono sicuro di sapere che cosa sto cercando? Sono sicuro di conoscere la direzione che ho impresso alla mia vita? Anzi, sono sicuro di aver impresso una direzione, in maniera consapevole, alla mia vita?»

In senso specifico, la psicosintesi è rivolta a persone che hanno superato il problema dell'«adattamento» all'ambiente e desiderano accedere ad un livello di esistenza più creativo. É rivolta all'uomo che comincia ad avvertire il richiamo del Sé - quella 'voce interiore', quella 'chiamata' - che spesso si manifesta attraverso una sottile o insopportabile inquietudine, un'impossibilità di accettare la vita ordinaria, una necessità di scoprire il significato a cui dedicare la nostra esistenza...
In pratica, va fatta una distinzione tra l'uomo ordinario e l'«eroe», cioè l'uomo che lotta per la conquista del "tesoro difficile da raggiungere", secondo le parole di Jung:

«Nelle tenebre dell'inconscio è nascosto un tesoro, quello stesso tesoro 'difficile da raggiungere' che viene descritto come perla luminosa o [...] come mistero. [...] Queste possibilità di vita e di sviluppo 'spirituali' o 'simbolici' costituiscono la meta ultima ma inconscia della regressione. [...] Senza dubbio il dilemma non è mai stato formulato con chiarezza come nel dialogo di Nicodemo. [cfr Vangelo di Giovanni, 3,1-10, n.d.r. ...] L'eroe è un eroe proprio perché in tutte le difficoltà della vita vede la resistenza contro la meta proibita.» (Libido, simboli e trasformazione)

L'uomo, per arrivare alla piena realizzazione di sé deve regredire, simbolicamente morire, 'discendere agli inferi' per poi 'rinascere'. Che poi è la meta di tutte le grandi tradizioni spirituali.