Solo l’intuizione può salvarci

Luca Pilato

Sapevate che Einstein agli inizi del ‘900 sviluppò la teoria della Relatività da una semplice intuizione? Immaginò una persona fluttuare dentro un ascensore in caduta libera. Il soggetto non avrebbe potuto distinguere se fosse stato su un pianeta che faceva precipitare l’ascensore per forza di gravità o se stesse fluttuando senza peso nello spazio. Un bel dubbio.
Sapete che Galileo, ben 300 anni prima, descrisse l’esperimento mentale del 'gran naviglio' come l’incapacità di un osservatore dentro un'imbarcazione, di decidere se fosse ferma o si muovesse a velocità costante sul fiume?
Trovo sorprendente come alla base di alcune teorie e scoperte scientifiche vi sia una semplice e chiara intuizione. Un lampo nel miasma dei dubbi, una scintilla, un’apertura mentale che riesce a cogliere un aspetto profondo ed essenziale della realtà. Einstein e Galileo sono solo due esempi, ma si pensi ad Archimede e il suo Eureka! Newton e la mela, Nikola Tesla e tanti altri. La storia della scienza è ricca di eventi in cui un singolo accadimento porta il pensiero dell’osservatore a fare luce sulla realtà.
Perché sì, di pensiero stiamo parlando. Al contrario di quanto si crede, ovvero che il metodo scientifico, vessillo dell’uomo evoluto, sia una fredda raccolta di dati, analisi, e processi deduttivi, è evidente che la verità si rivela nell'osservazione diretta della realtà e dalla conseguente rielaborazione, spesso inconscia, del nostro pensiero, non di un algoritmo di intelligenza artificiale. Basta un click della nostra mente e diveniamo consapevoli di una verità che prima ci era oscura. L'intuizione primaria è spesso alla base di un sistema deduttivo formale che valida una teoria scientifica, generalizzando leggi e meccanismi.

Ma siamo in grado di aprirci all'intuizione? Forse oggi più che mai siamo dipendenti da ciò che la scienza e i suoi rappresentanti ci propinano come verità, in modo spesso arrogante, fino a negare il diritto stesso al dubbio. Nuove tecnologie, medicina, alimentazione, il mondo delle relazioni e della natura intima dell'uomo... dopo una laurea in ingegneria e un dottorato, spesso mi chiedo quanto siano veramente necessari gli studi accademici per capire certe verità, evidenti a chiunque voglia osservare con una mente sgombra da pregiudizi, aperta, intuitiva.
Saremo anche evoluti tecnologicamente, ma ho l'impressione che siamo spaventosamente chiusi all'intuizione e alla comprensione diretta. Il genitore che non ha idea di come rispondere all'inquietudine di un figlio, che non riesce a vedere pur avendolo davanti agli occhi... lo scienziato che assume come sua indagine primaria il rendere abitabile Marte, invece di occuparsi seriamente delle sorti di questo povero pianeta... un medico che testimonia i princìpi della sua arte fumando, bevendo e seguendo acriticamente i protocolli imposti dal Servizio Sanitario Nazionale... Questo e molto altro ancora è il non-senso che ci circonda. E non siamo neanche in grado di intuirlo. 
Eppure, si tratta solo di aprirsi. E ascoltare.