L'uomo e l'energia

 

 
Luca Pilato

Apparentemente il termine "energia" identifica cose diverse a seconda del gioco linguistico a cui ci riferiamo.
Provate a chiudere gli occhi e a visualizzare una definizione dell'energia. Cosa vedete? Un lampo, un tuono, un pugno, una cascata, un fuoco, una corrente elettrica, una corsa alla velocità della luce?
Nel paradigma della scienza con il termine energia si definisce una grandezza fisica appartenente ad un sistema che ne misura la capacità di compiere lavoro. In termini semplificati misura gli effetti, anche solo potenziali, di una forza, un'azione o uno scambio energetico stesso.
"Energia", siamo così legati alla sua definizione formale che ci sfuggono alcuni concetti chiave, insiti nella sua identificazione.
In primis il fatto che sia misurabile rientra prettamente nel paradigma scientifico, ma nel campo ampliato dell'esistenza umana non è una qualità necessaria a disconoscerla.
Mi spiego: un sogno ansiogeno, che toglie il respiro e provoca il batticuore, rimane altresì un processo reale e conoscibile anche se assolutamente non misurabile nella sua origine. Bene, ci permetteremo di parlare di energia anche senza averne l'arroganza moderna di poterla misurare.
Il maestro armeno G.I. Gurdjieff definisce l'uomo, tra le tante definizioni, come un "apparato per la trasformazione di energia", al pari di ogni cosa vivente o non vivente.
Dunque, che relazione intercorre tra la trasformazione dell'energia e l'evoluzione dell'uomo?
Gurdjieff insegna che l'energia di "alto livello" viene prodotta da un alto livello di essere come correttivo a un processo di entropia, e questa energia rende possibile l'evoluzione.
Per far intuire il significato di questo insegnamento riporterò un passaggio da Gurdjieff Un nuovo mondo di J.G Bennett:

«Nella macchina termica il calore, energia di qualità inferiore, viene convertita in energia meccanica, di qualità superiore. Nel generatore elettrico l'energia meccanica viene convertita in elettricità. Negli organismi viventi l'energia chimica è convertita in energia meccanica. Tuttavia esistono degli esempi più interessanti, anche se capiti meno bene, di trasformazione di energia nella nostra esperienza umana. La percezione sensoriale converte l'energia degli impulsi elettrici nella vista, delle vibrazioni gassose nel suono, delle modifiche chimiche nel gusto e nell'odorato, nelle energie della sensazione, del pensiero e del sentimento. Tali energie sono prodotte da tutti gli animali, ma soltanto l'uomo ha la capacità, mediante il suo sforzo volontario, di aumentare la quantità e di migliorare la qualità delle energie psichiche cui egli da sfogo.»


E' evidente il passaggio dal paradigma fisico delle energie al paradigma psichico ed emotivo, in cui il termine "energia", ebbene sì, è ammesso. In tal caso parleremo senza rimorso di qualità dell'energia, di energia di alto e basso livello, o di un'alta o bassa vibrazione energetica, poiché in questo gioco linguistico è la sensazione e lo psichismo a farne da garante. L'energia della paura sarà di bassissimo livello, glaciale. L'energia della gioia invece vibrante, vitale e calda.
Ma Gurdjieff non si ferma qui, parla di evoluzione dell'essere mediante il Lavoro su di sé e lo sforzo volontario. Potremmo dire che l'evoluzione dell'uomo è semplicemente un Lavoro di trasformazione della propria energia nel verso opposto all'indifferente e inevitabile decadenza fisica, emotiva e psichica che avviene spontaneamente (e spesso inconsapevolmente) fuori e dentro di noi.
In sintesi l'uomo può, ripeto può, aumentare sia la quantità che la qualità della propria energia, come direbbe Gurdjieff stesso, "a patto che lo voglia veramente!". Come fare ciò, è tutta un'altra storia...