Attimi di leggerezza

Irene Corti

 

In una soleggiata giornata di mezza estate, ci sediamo nel cuore delle Apuane.
Tiriamo fuori il pane, il pomodoro e gli affettati.
Mangiare in modo frugale, nel bosco, può donare un momento di pausa.
Una pausa vera.
A sedere su un tronco ci fermiamo a guardare gli alberi, i monti, i picchi, l'orizzonte e il mare in estrema lontananza. Non c'è da fare nulla, solo da godere di ciò che ci circonda e la pace che ne deriva.

E pensare che fino a poco meno di 24 ore prima eravamo in macchina, con mobili appena comprati da montare la sera stessa, di corsa, per fare spazio al nuovo impegno, la nuova commissione, la nuova incombenza, sempre pronti a rispondere alle richieste della vita, di questa civiltà.

Ma qui no.
Qui non serve fare nulla. Non c'è bisogno di andare verso qualcosa, non serve proprio andare verso nulla.

Riappacificati da questa prima passeggiata nel bosco torniamo all'auto.
Ci liberiamo dai pesi inutili e prima di rimetterci in cammino per una nuova meta, decidiamo di andare a bere un caffè al rifugio più vicino.
Seduti su una panca in terrazza ammiro la cima degli alberi maestosi, vicini e lontani, un abito verde con cui ogni monte si veste con l'eleganza più raffinata che ci possa essere.

E ancora... I rumori si allontanano, il tempo pare fermarsi e di nuovo si fa largo una sensazione di pace.

Non devo andare verso niente.